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Fili
Uno dei fili che stiamo trasformando in tessuto è quello del pensiero e dell’eredità culturale di Giorgio Bert.
Se ci chiediamo cosa c’è di quel pensiero in CHANGE ci accorgiamo che è impossibile trovare un’unica risposta: dalle sue stimolazioni, dai suoi scritti, dai suoi interventi, nelle discussioni fra noi nascevano sempre nuovi pensieri, si aprivano strade sempre nuove, a volte inattese, che si sviluppavano e diventavano il pensiero di CHANGE. Un pensiero in movimento, alle cui radici però scopriamo sempre la forza innovativa dei pensieri di Giorgio.
In questi mesi si è costituito un gruppo che sta lavorando per ritrovare riflessioni, pensieri a volte frammentari, dialoghi virtuali, articoli e contributi di Giorgio , per raccoglierli e trasformarli in qualcosa di fruibile, non è ancora ben chiaro cosa. Un libro forse, ma che conservi il disordine del fluire del pensiero che era caratteristico del suo modo di pensare.
Vogliamo riservare ai lettori della nostra newsletter qualche anticipazione di questo lavoro di ricerca appena iniziato. Cominciamo offrendovi questa sua breve riflessione sull’anima.
“Con il termine “anima” definisco il luogo della nostra identità che non può essere espresso e mostrato con dati, numeri, grafici.
Un luogo un po’ disordinato che abitiamo solo noi; come il “cassetto dei pasticci” che esiste in ogni casa o la cassapanca dimenticata in soffitta contiene alla rinfusa emozioni, passioni, sensazioni, reminiscenze, risonanze, dispiaceri, ferite più o meno cicatrizzate, gioie, momenti felici…
La sua esistenza è narrativa e narrativamente può essere mostrata e comunicata: con storie, strumenti linguistici, canzoni e musiche, sequenze di film, brani di letture, figure, immagini, colori, pensieri, riflessioni…
È il luogo delle verità molteplici, della coincidenza degli opposti…
Il luogo della Cura.”
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Change collabora, come sede di tirocinio e con la partecipazione di Silvana Quadrino come docente, al Master Interdipartimentale di I Livello in Medical Humanities e Narrazione in Medicina 2023-2024 dell’Università Bicocca di Milano.
Il Master è rivolto ai professionisti sanitari, ai medici, agli psicologi e ai pedagogisti, e ai responsabili del settore formazione/risorse umane, di strutture sanitarie e di servizi socio-sanitari-assistenziali.
Lo sviluppo delle competenze relazionali dei professionisti della cura, attraverso gli strumenti delle medical humanities e l’uso della narrazione è uno dei cardini della idea di formazione sostenuta da CHANGE. Questo Master rappresenta una occasione per chi vuole approfondire questi aspetti e sviluppare la propria professionalità.
Il 22 marzo, dalle ore 15 alle 17, Silvana Quadrino parteciperà al webinar di presentazione del Master
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Speciale per voi
Mauro Doglio offre ai lettori del FILO DEL DISCORSO una breve introduzione al suo libro Aiutare a decidere.
Leggetela e vi verrà immediatamente voglia di averlo nella vostra biblioteca.
Aiutare a decidere :Prendersi cura delle parole per prendersi cura delle persone
A pensarci bene, il mezzo principale con il quale ci prendiamo cura di noi stessi e degli altri nei momenti difficili della vita è la parola.
Quando ci troviamo di fronte ad una difficoltà o ad una scelta dialoghiamo nella nostra interiorità sulla situazione e confrontiamo le diverse possibilità che abbiamo davanti. Qualche volta la riflessione interiore non basta e allora ne parliamo con le persone che ci sono vicine: i parenti o gli amici di cui ci fidiamo di più. Se neppure questo basta, allora possiamo rivolgerci ad un professionista che ci aiuti a mettere ordine nei nostri pensieri e a prendere decisioni. Questa attività di aiuto, che oggi è svolta dai counselor, affonda le sue radici nelle origini del pensiero occidentale e incontra una antica disciplina: la retorica. Possiamo definire la retorica come la prima forma di riflessione sulla comunicazione che l’occidente abbia sviluppato e ancora oggi le sue regole di funzionamento sono utilizzate da chiunque voglia rendere il suo discorso efficace.
La caratteristica della retorica è di occuparsi della parola ‘in situazione’, rivolta ad un ascoltatore determinato, insomma: la retorica colloca la parole nel ‘qui e ora’ di una situazione, esattamente come succede nel counseling dove si aiutano le persone ad affrontare questioni concrete ed attuali.
Un’altra caratteristica della retorica è la cura della parola. Che il linguaggio possedesse degli ‘effetti speciali’ è stato chiaro fin dagli inizi, imparare ad utilizzare la forza e la bellezza del linguaggio nella comunicazione è una conquista che ancora oggi arricchisce la vita.
Infine, la funzione sociale della retorica nell’antichità era di aiutare le persone a decidere: ascoltando i pareri contrapposti nell’assemblea o le arringhe degli avvocati in tribunale, i cittadini o i giudici avevano più elementi per poter prendere una decisione. Il counseling, con la sua capacità di aiutare le persone a vedere i diversi aspetti di una situazione, traduce nella realtà contemporanea la funzione che la retorica rivestiva nell’antichità. L’insegnamento principale che possiamo ricavare da questa antica disciplina è che la parola può essere davvero un farmaco, ma bisogna saperlo utilizzare bene, perché, mai come oggi, per prendersi cura delle persone bisogna prendersi cura delle parole.
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