Ma cosa vuoi che capiti

Pensieri su responsabilità e prevenzione
di Giorgio Bert
Diciamocelo: la prevenzione, di cui tutti ci riempiamo volentieri la bocca, è di fatto percepita come una fiera rottura di scatole: si tratta in fondo ci cambiare cose che apparentemente più o meno funzionano, abitudini consolidate…
Si tratta, eventualità drammatica, di opporsi nientedimeno che alla meta regola che governa tutte le regole: il “sièsemprefattocosì”… E tutto ciò non di rado costa soldi e riduce i guadagni.
Così il ponte Morandi, la funivia del Mottarone, il Covid, gli infortuni sul lavoro… sono lì a dimostrare l’importanza della frase “Ma cosa vuoi che capiti”… se c’è una piccola crepa…se i sistemi di sicurezza funzionano a singhiozzo… se mi faccio un aperitivo con venti amici e al diavolo il distanziamento,… se mi tolgo la maledetta mascherina… se blocco i freni che chissà perché scattano tutti i momenti ma si sa che quelle robe informatiche fanno cose strane… se mi rifiuto di modificare il mio stile di vita… mi difendo da quel sopruso dittatoriale che sonno le regole imposte … Figuriamoci se capita qualcosa...
Invece capita.
Se coinvolge (eventualità rara) solo il singolo, il “cosa vuoi che capiti” è una scelta stolta; se coinvolge invece chi dovrebbe mantenere in sicurezza l’ambiente di vita o di lavoro è una scelta criminale.
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